I guanti furono un accessorio importantissimo nel guardaroba del gentiluomo, tanto che il conte d’Orsay, arbiter d’eleganza francese e contemporaneo di lord Brummell, consigliava di usare sei paia di guanti al giorno: uno per andare in carrozza, uno per la caccia, uno per il passeggio, uno per la cena, uno per il teatro e uno per le serate mondane.
Nel XVIII e nel XIX secolo, porgere la mano nuda ad una persona o mostrarsi a mani nude, specialmente di fronte ad una donna, era segno di scarsa educazione, pertanto il gentiluomo aveva a disposizione guanti per tutte le occasioni. Fu durante la rivoluzione sessantottina che l’espressione simbolica e di eleganza dei guanti cadde nell’oblio. Indossare guanti, sia per le donne che per gli uomini, perse il suo fascino in quanto considerati simbolo di ricchezza e quindi borghesi.
Oggi i guanti non sono più determinanti nel guardaroba maschile e si indossano solo all’aria aperta; unica eccezione, in luoghi chiusi, sono i guanti bianchi per il frac, generalmente in cotone, che non andrebbero comunque infilati, ma semplicemente tenuti in mano. L’uomo elegante indosserà esclusivamente guanti in pelle. Con la scarpa nera è preferibile indossare guanti dello stesso colore o più scuri possibile, mentre con la scarpa marrone e con un abbigliamento sportivo è preferibile indossare guanti marroni in pecari (mammifero sudamericano, simile ad un piccolo cinghiale). Un altro classico dell’abbigliamento informale, sono i guanti in pelle d’agnello imbottiti di lana.
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