Dall’acquisto di forniture certificate all’efficientamento dei consumi chimici ed energetici.
Dopo essere stato al centro della cronaca internazionale per aver distrutto rimanenze di magazzino, per un valore di 28,6 milioni di sterline, Burberry ha deciso di dare una svolta green a tutta la filiera.
La casa di moda inglese ha, infatti, iniziato a riutilizzare, riparare, donare e riciclare i prodotti invenduti per evitarne la distruzione. Del resto, in un mondo sempre più inquinato, anche le case di moda devono dare il proprio contributo per salvare il pianeta.
Da qui l’impegno concreto da parte di Burberry di adottare una politica aziendale più green e cruelty-free che già inizia a dare i primi frutti. Basti pensare al fatto che nell’anno fiscale 2018/2019, il gruppo inglese ha acquistato il 49% delle pelli da concerie dotate di certificazioni ambientali, sociali e di tracciabilità con un incremento del +1% rispetto all’anno precedente e l’intenzione di acquistare il 100% delle forniture da concerie certificate entro il 2022.
Secondo quanto riportato nell’Annual Report pubblicato lo scorso 5 giugno, questo risultato storico è stato reso possibile grazie alla collaborazione delle concerie italiane impegnate su progetti di tracciabilità.
La casa di moda, oltre che sulle certificazioni, punta molto anche sull’efficientamento dei consumi chimici della filiera produttiva e sull’utilizzo di energie rinnovabili per alimentare le proprie strutture.
“Lusso contemporaneo -ha spiegato il Ceo Marco Gobbetti- significa essere responsabili a livello sociale e ambientale. Questa convinzione è fondamentale per noi in Burberry ed è la chiave del nostro successo di lungo termine”.