Il guanto è da sempre accessorio simbolo di eleganza e nobiltà, tanto da apparire in moltissimi ritratti artistici indossato da uomini illustri e da elegantissime dame. La moda lo ha affrancato da rigide etichette e l’arte lo ha rappresentato come simbolo di nobiltà e ricchezza. Durante il Rinascimento nobili e dame di corte venivano effigiati con abiti sontuosi per rappresentare il loro status sociale; era fondamentale far comprendere allo spettatore l’appartenenza ad un determinato rango, come moderne fotografie il dipinto rappresentava l’importanza in società del personaggio. Tiziano, uno dei più noti artisti del Cinquecento, si è dedicato durante la sua lunghissima carriera a ritrarre ricchi e regali committenti. Attraverso la sua abile pennellata ha catturato non solo la profondità psicologica dei suoi protagonisti ma ha saputo rendere la bellezza delle stoffe e degli abiti. I personaggi ritratti fanno spesso sfoggio di armi, lettere, anelli e guanti. Oggetti allegorici ed essenziali, fondamentali per una lettura approfondita dell’opera. Nel “Ritratto di giovane uomo” realizzato dall’artista veneto, il guanto si distingue per la differenza di colore rispetto all’abito ed è mostrato con grandissima eleganza, l’importanza dell’uomo è attestata dai pochi gioielli indossati e dal guanto infilato solo in una mano.
Alberch Dürer realizzò nel 1498 il proprio “Autoritratto con guanti”, non è insolito ammirare artisti in posa con gli strumenti da lavoro o raffigurati da semplici borghesi. Il pittore tedesco in quest’opera si distingue per grazia e cura nei particolari: dalla fitta acconciatura agli abiti eleganti. I candidi guanti da lui indossati definiscono maggiormente la sua volontà ad essere ritratto come uomo colto e ricercato. Probabilmente un riferimento a come in Italia all’epoca, a differenza dei Paesi del Nord, l’artista ricoprisse una posizione sociale più elevata. Con i secoli i ritratti cambiano stile, risultato di nuovi e differenti periodi storici. I guanti continuano a simboleggiare il prestigio di un’aristocrazia ancora interprete nell’arte.
L’Ottocento italiano viene rappresentato con abile maestria da Giovanni Boldini, che fu sempre affascinato dagli eleganti salotti dell’alta borghesia e dalla nobiltà del tempo. Il pittore del bel mondo dipinge donne flessuose e raffinate che sfoggiano abiti elegantissimi e lunghi guanti, così come dettava la moda del periodo. Le linee si spezzano e diventano più grafiche, l’arte si presta alla moda, è il caso della pittrice icona dell’Art Decò: Tamara De Lempicka, che fu affascinata dagli uomini e dalle donne di potere. L’artista costruisce con cura la sua immagine di donna elegante e sofisticata, ne è un mirabile esempio il suo autoritratto, divenendo una tra le personalità più originali e carismatiche del periodo.